lunedì 12 marzo 2018

"Brasilia" tra il vero e il falso di Franz Krauspenhaar

"Il sole stava per tramontare su Brasilia, la città che sembrava non avere confini tra il vero e il falso, tra il reale e l'irreale." così a pagina 23 cominciamo questo giro con una Buick giallo canarino verso gli uffici della tv privata Tuni, nello studio dove nel 1980 si mandavano messaggi subliminali. Leggo come se Franz Krauspenhaar stesse parlando di Reti televisive private italiane e il parallelo mi fa sorridere. Immaginare una Brasilia a Cologno Monzese mi sembra facilissimo e il popolo delle favelas di Brasilia italiana saranno poi gli elettori di una sigla pubblicitaria.
"Brasilia ha gli edifici a forma di astronave, tra i pezzi grossi di pattume intorno, come se si stessero creando campi di calcinacci attorno a navi spaziali enormi, messe in mezzo a una città sbalorditiva.”Brasilia: tra i palazzi e le costruzioni a cupola e le bellissime cattedrali di Niemayer puoi ascoltare la grandezza del cosmo."
Leggo quindi questo racconto immaginando Franz divertirsi con fantasmi e sparizioni in un incontro fra padre e figlio, fra passato e presente, fra giornalismo e narrativa. Nello stesso periodo in cui leggo il libro mi viene incontro un articolo su come Oscar Niemeyer fu incaricato dal presidente del Brasile di creare questa città nella giungla, e di come lui si avvia in macchina, un viaggio lunghissimo. 
Dalla Porsche di Grandi Momenti, qui, siamo in viaggio su una Buick gialla, sempre belle macchine guidano la narrativa dei libri di Franz.
Io ho letto Brasilia più come un gioco, come un divertimento, che non come uno libro che debba incutere paura, pensando di avere alle spalle tutto il narrato fatto di esperimenti nei vari campi di concentramento e tutte le insensatezze di regimi totalitari.
Mi auguro sia così almeno e mi auguro che i racconti su grandi poteri dominanti restino sempre confinati sulle pagine scritte dell'immaginario letterario per esorcizzare il dilemma esistenziale su buoni e cattivi, su padri e figli, su ricchi e poveri. In viaggio da In Time, film dove i ricchi potevano comprare il tempo a Brasilia, dove basta bere il siero dell'eterna giovinezza, televisiva
Ippolita Luzzo     

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