martedì 30 gennaio 2018

Il nulla ha gli occhi azzurri di Caterina Davinio

Elogio della mitezza: "In questa famiglia dei buoni per tutta la vita non si mangiano che rimasugli, e per giunta si fa circolare la voce che una volta ci sia stato un giorno di festa da cui quegli avanzi provengono" Roberto Musil L'uomo senza qualità. 
I fari azzurri della Ferrari tagliano l'oscurità e il primo protagonista è Olein al distributore di benzina e siamo immersi in una tragedia della follia nelle campagne di Kittili. Leggo e rileggo quel grande balzo indietro nel tempo e sono assolutamente presa da una lettura di un romanzo dai toni cupi del male, un male che finirà, mi domando interdetta. Un romanzo ambientato in America, nella provincia americana, un luogo non luogo, come sono diventati anche i nostri paesi e la desolazione mi attanaglia. Il distributore di benzina sembra essere il luogo, un luogo necessario di erogazione liquido per correre nel nulla. Pervade il nulla nella folle corsa dei protagonista, il terribile vivere senza più riconoscerci, riconoscere i luoghi, gli affetti. I personaggi incarnano le distopie del momento, Dorian Ray, l'ermafrodito bellissimo  con gli occhi azzurri, il fascino del male, il male contrapposto al bene. Un libro per amanti del genere fantasty ma non troppo, una second life in cui lasciarsi andare. Francesco Muzzioli ha firmato una post fazione esauriente che mi trova d'accordo e il romanzo poi ha per me il pregio di avermi fatto conoscere una autrice raffinatissima, una protagonista della scena, artista multimediale, una pioniera della poesia digitale. Tutti abbiamo amato Caterina Davinio, leggo da Dante Maffia che ho conosciuto qui a Lamezia poco tempo fa. Eppure io conosco solo ora un mondo rutilante ed effervescente che raggiunge la mia casa, altrettanta isolata, tramite la finestra di un blog. Il centro sociale dove Bernard lavora sembra la città in cui vivo e così si intreccia il bene e il male, il nulla e il troppo di Valentin Skodras, nella emarginazione che ci appartiene
Ippolita Luzzo     

Caterina Davinio da Wikipedia:Scrittrice e artista multimediale, dall'inizio degli anni novanta ha creato opere sperimentali tra scrittura, arti visive e nuovi media, usando il video, il computer, Internet, la fotografia digitale. Negli anni ottanta ha utilizzato anche tecniche tradizionali, come la pittura, partecipando a mostre personali e collettive. Nel 1997 ha esposto computer poetry in VeneziaPoesia, mostra a cura di Nanni Balestrini nella 47ª Biennale di Venezia. Nel 1999 ha partecipato come poeta e videoartista al "Progetto Oreste" nel Padiglione Italia della 48ª Biennale di Venezia, dove ha curato anche una rassegna di videopoesia.

Dal 1992 ha organizzato e curato una serie di rassegne video e di computer art in varie città italiane, in spazi istituzionali e alternativi, con la partecipazione di numerosi artisti internazionali, contribuendo a creare un ponte tra la poesia sperimentale e il circuito delle arti elettroniche; tra queste: Electronìe d'arte e altre scritture (1994-95), Videometropoli (1995), Poevisioni elettroniche (1996, 1997, 1998), Parole virtuali (1999), Techno-Poetry (2001), e altre Nel 1997 ha contribuito a netOper@ di Sergio Maltagliati, primo lavoro italiano interattivo e collaborativo attraverso Internet. Nel 2009 ha realizzato nella 53ª Biennale di Venezia l'installazione virtuale su Second Life The First Poetry Space Shuttle Landing on Second Life

Nel 2014 ha partecipato, con l'installazione di net-poetry Big Splash, al festival internazionale di letteratura elettronica OLE.01, inclusa nella sezione storica dei maestri nella Sala Dorica di Palazzo Reale a Napoli

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