domenica 22 ottobre 2017

Tracce di sapori con Pinuccio Alia

Alla Libreria Ubik di Cosenza Pinuccio Alia, proprietario con il fratello Gaetano della Locanda di Alia, presenta le tracce che lo fanno stare bene, "le cose carine" da conservare. I profumi, i colori, l'armonia. 
Lui e Filippo Veltri, seduti in un giallo salotto, ricordano come sia iniziata per caso la rubrica sul Quotidiano del sud, tenuta per cinque anni da Pinuccio Alia, su invito dl direttore Matteo Cosenza. Come Filippo Veltri lo abbia consigliato di raccogliere in un libro i suoi appunti, più che ricette. Alla domanda se lui abbia cucinato questi piatti, presenti nelle ricette, alla locanda, Pinuccio Alia se ne esce con un sorprendente "Mai" e spiega che nella locanda si fa ristorazione, qui lui ha fatto altro, ha scritto ciò che ha sognato di notte, le ricette del sogno. 
La piacevole conversazione, dopo giusta esecrazione delle brutte padelle usate alla trasmissione della Clerici, e contro la spettacolarizzazione della cucina e dei cuochi, nuovi mostri nell'eccesso, inizia con un libro amato, quello di Ippolito Cavalcanti, duca di Buonvicino "Trattato di cucina teorico pratica" la cucina napoletana dell’Ottocento, pubblicata per la prima volta a Napoli nel 1837 manuale in due parti, in italiano e in dialetto, che compie un itinerario attraverso i diversi ceti sociali,  fatto assai inusuale al tempo, avvicinandosi ai "mangianti" con il gusto del piacere. 
"Noi mangiamo per darci piacere", sta dicendo Pinuccio, nel suo discorrere di armonia e di musicalità. Raccogliere e donare una ricetta con una spiegazione, per dare un senso, con il gusto della condivisione. Non vi è un "prendete" ma un "prendiamo". Prendiamo insieme e già ci vediamo invitati da lui a ripetere gesti, a cibare la mente di quel che sembra stia per sparire. Nel paradosso delle cose che non dovrebbero eppure stanno bene insieme, cercare quell'accostamento che delizia, innovazione e conservazione, nelle parole di Pinuccio che ricorda lo scrittore Amado, da me amato in "Gabriella, garofano e cannella" forse perché si chiama così mia sorella.
Racconta moltissime cose Pinuccio Alia: La proposta di una Biblioteca dei sapori, per fermare la sparizione di sapori,  la massificazione del mercatino di Camigliatello Silano, ridotto ad un emporio, il non esser riuscito a convincere un assessore regionale nel progetto di una soppressata di Calabria Dop. E sulle classifiche ci illumina con le logiche del mercato, vanno in classifica i locali più cari dove un cibo costa uno stipendio e nemmeno basterà.
Tracce di cucina di Calabria. Legge la storia del pesce spada Antonella Cuzzocrea editore di Città del Sole. La pesca del pescespada quando era un rito nello stretto di Sicilia. Polibio e il pescespada. Una ricetta da gustare con il canto di Modugno “U Piscispada” Con le tracce del Manacorda, giusto all'uscita della libreria Ubik, dopo esserci salutati con gli incontri straordinari ed affettuosi della serata.
Ippolita Luzzo 
         

Alia nasce nel 1952, Papà Antonio e Mamma Lucia aprono una piccola trattoria che nel giro di pochissimi anni si afferma tra gli autotrasportatori e una piccola clientela di affari, gli artefici veri del miracolo economico italiano degli anni 60.
Nel 1964 trasformano la loro attività creando un ristorante che nel giro di pochissimi anni riesce ad avere una citazione sulla prima rubrica gastronomica che compare in Italia a cura de L’Espresso, scritta da Camilla Cederna, che letteralmente trasforma il loro tipo di clientela.
Cominciano ad arrivare i primi gourmet e la loro attività si afferma in tutta Italia.
Alla scomparsa del padre Antonio nel 1978 subentrano i figli Pinuccio e Gaetano.
Nel 1980 si trasferiscono in campagna, ma immediatamente vicini alla città – Via Jettticelle che porta alla consacrazione definitiva nel mondo dell’alta cucina Italiana.

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