mercoledì 9 agosto 2017

Antonello Aracri e Daniele Rizzuti. La fotografia

Antonello Aracri e Daniele Rizzuti 
"Sono a pezzi. Non vendibili separatamente" 
La fotografia che non è

“Attraverso il mirino, colui che fotografa può uscire da sé ed essere dall'altra parte, nel mondo, può meglio comprendere, vedere meglio, sentire meglio, amare di più„ (Wim Wenders)
Le Fotografie possono raggiungere l’eternità attraverso il momento- Henri Cartier-Bresson
Aristotele, nella Metafisica, libro  primo,  dice che tutti gli uomini desiderano sapere.
Che,  se non dobbiamo compiere niente, scegliamo il vedere in cambio di tutte le altre sensazioni, perché questa fra le altre ci fa conoscere e mostra molte differenze.
Appunto … tutte le sfumature dei colori dell’intimo.
Dalla finestra sul cortile di Hitchcock dove James Stewart guardava con un binocolo la finestra dell’appartamento accanto al Grande Fratello …
E  adesso tutti sui siti, sui blog,  su Facebook
Un mostrarsi, un fotografarsi, un vedersi… ciechi
Una volta sulla spiaggia un signore mi mostrò moltissime belle immagini, fotografie di luoghi.
Io, ignara, domandai:- Li hai fatti tu? Sei stato in questi posti?- 
Lui mi rispose:- Li ho presi da internet.
E ok, ormai si prende tutto da internet, ma perché li mostrava, se non erano suo immaginare?
Anche se prendiamo dal bacino dell’informazione e delle immagini dobbiamo sapere perché, altrimenti restiamo semplici passivi guardoni.
Daniele e Antonello, ma tutti noi, non vogliamo essere guardoni, vogliamo guardare, elaborare, fare a pezzi, dissolvere, manipolare, strappare, incollare, inquinare, mettere il nostro segno.
Dare un personalissimo contributo al piacere degli occhi
Daniele Rizzuti
Senza corpo. Solo aria. La forma dell’aria. Come i calchi di Pompei ci ricordano che in quei vuoti ci furono corpi che vivevano, così nell'aria colorata di Daniele noi vediamo i corpi che potrebbero, che ci sono, che impalpabili e poetici vanno nel bianco della carta. La coda dell’occhio è il suo. Lo sfondo, la periferia della nostra vista e della nostra percezione, che passa inosservata nella quotidianità. L’Utilità dell’inutile, direbbe Nuccio Ordine. L’indeterminato è l’inconscio ottico. Il vagare, andare in giro. Senza quella vaghezza non ci sarebbe né spazio né movimento. “L’immagine non ha confine e pur esistendo tra due limiti, il bianco e il nero, essa assume infinite forme” dalla negazione dell’identità di Daniele Rizzuti

Antonello Aracri 
Lo scatto in più che imprime una immagine in mutazione. Mentre già se ne va. E mentre tutto si allontana i colori si dilatano e si sfocano, le figure si sovrappongono, il reale si dilata con tutto il languore di esser stato. Lo stato delle cose. Che non stanno eppur ci stanno con il muoversi mentre l'uomo fa un click per fermare, per prendere solo un attimo. E tutto un attimo diviene. Foto che scappano via da noi, offrendosi nella intimità di un racconto. Loro parlano con te. Parlano di te, parlano e tu sai che fai parte insieme a loro di quel click che un autoritratto fece.  Foto ignoranti imperfette irregolari ma con personalità, la sua.
La grandezza di possedere  personalità!
Ippolita Luzzo 






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