domenica 29 gennaio 2017

ITALIA di Fabio Massimo Franceschelli. Il buco rosso di una danza macabra

ITALIA "infine altri, pochi, si sentiranno tristi  perché l'ostentazione delle merci, dei loro colori, forme, voci, profumi, ammiccamenti e invadenze, conferma in essi che il consumo è una qualità del tempo e più si consuma e più si invecchia e più si produce e più si muore. Saranno costoro gli eredi di un'Italia antica che da qualche vive ancora, nei ricordi di ricordi altri, affiora nei libri che divorano ogni giorno
Edito dalla DelVecchioEditore, da un editore come il Manuzio dei nostri tempi,  nella collana Formelunghe, il libro finalista al Premio Calvino di questo anno, viene presentato con una copertina di colori, celeste e giallo, una spirale che va verso un buco rosso. "Una danza macabra. Tutta l'arte che ho dentro"  

Il libro di Fabio Massimo Franceschelli nella sospensione del tempo in un Centro Commerciale dove pochi avvertono il disagio.

La sospensione prima della valanga, la sospensione prima che l'aereo si infili nei grattacieli di Manhattan, la sospensione prima che il proiettile arrivi al centro e squassi tutto facendo zampillare il sangue. Una sospensione aleggia nelle pagine e nel senso di Italia romanzo a racconti. Ogni personaggio è un racconto di una storia sospesa che aspetta non sa cosa. Siamo fermi tutti all'aereo dell'undici settembre e così sono ferma allo zaino, ai due zaini. Anche gli zaini mi sembrano un motivo. Italia è un nome, il nome di una donna molto anziana forse italoamericana che ha mantenuto il suo dialetto e lo ha infarcito di termini americani un po' storpiati. Siamo in un Centro Commerciale. Nella mia cocciuta opposizione a questi luoghi conduco una battaglia solitaria di cancellazione e mai andrei se non fosse per le Multisale che ci permettono di vedere i film con bellissimi mega schermi. So però che molti usano i Centri commerciali come luoghi reali e vi trascorrono il loro tempo illudendosi di abitare uno spazio vivente. Cattedrale si chiama il Centro Commerciale di Fabio. Ed è in questa congerie di negozi che si svolge la rappresentazione di Italia, la scena, il palcoscenico brulicante di individui poi scelti uno per uno nella folla restringendo dall'alto lo sguardo su di loro. Si sente il rumore di sottofondo e si sente a volte la non linearità, mica sono lineari i gesti di chi non sa di essere nell'obiettivo di uno zoom. Così tendiamo orecchio alle chiacchiere, ai pensieri ed alle supposizioni, ai progetti che fanno i personaggi che via via incontriamo scorrendo le pagine di Italia. Mentre stiamo fermi e sospesi in attesa della pallottola iniziale già sparata. Siamo fermi al buco. 
"Il male è una categoria dello spirito ed è una categoria della Storia. Secondo i santi Agostino e Tommaso il male si definisce in termine di deficienza di bene" ma Fabio dissente e vede il bene come momentanea assenza del male. "Il male si è distratto un attimo, si è assentato qui, per andare lì, ma appena ha finito qui tornerà lì. Il bene è un vuoto provvisorio, molto provvisorio, di male."
non c'è rete e non c'è futuro e Italia incontra la luce, in un altro luogo. 
Un libro a cui ho messo tante orecchiette alle pagine ed ora vado a rileggermelo ascoltando un frastuono di storie comuni, il frastuono dei destini di una moltitudine vista dalla postazione della lettura. Nella sospensione. 
Siamo fermi al buco del proiettile. 

Ippolita Luzzo 

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