venerdì 16 dicembre 2016

W Il Latino di Nicola Gardini. Non volendo

Siamo rimasti lì al verso di Virgilio, siamo rimasti lì con Enea che chiede scusa a Didone nell'Ade, "  - O infelice Didone, mi era dunque giunta vera la notizia che eri morta e che avevi seguito il tuo fato col ferro? Ahimé, io sono stato la causa della tua morte? Giuro per le stelle e per gli dei celesti e se qualche fede esiste sotto la profonda terra, non volendo, o regina, mi sono allontanato dal tuo lido." Siamo rimasti lì mentre Virgilio mette una mano sulla spalla di Catullo e lentamente si allontanano, sul verso che insieme usarono per dire di una separazione, delle tante separazioni che non volendo succedono. Siamo rimasti sospesi sulla storia della Chioma di Berenice che diventa una costellazione e non volendo si è allontanata. In quel portarsi dietro nelle tasche quello stupore che viene dall'amore per lo studio, per il suono dei versi, per le assonanze, per il piacere di sfidare il tempo che tutto involge e far vivere Callimaco attraverso Catullo e Catullo attraverso Virgilio, nel momento migliore, migliore fra gli umani, che si chiama ammirazione. 
Ammirata resto io e saltellante di gioia come rimasero ammirati i romani davanti i versi e la filosofia dei greci,, ammirazione che divenne imitazione, che divenne trascinamento e riporto, riportare come testimonianza, come ricchezza.  
Non volendo...
Seguiremo ancora e ancora Ennio, del quale non ci resta nulla se non l'ammirazione di Petrarca, seguiremo le orme, i segni tracciati dagli autori latini, nella certezza di far parte di un modo di ragionare più complesso, non facile, ma troppo affascinante. 

Nessun commento: