martedì 12 aprile 2016

Florence di Stefania Auci


Come dice Rimbaud,“C’è un Dio che ride sulle tovaglie di damasco degli altari”  sussurrò. 
C’è chi approfitta di tutto ciò, passando sopra la morte di migliaia di uomini, uomini che lei ha visto morire.
"Mi chiedono i tuoi occhi, chiari come il cristallo:
«Per te bizzarro amante qual è insomma il mio merito?»…
Sonetto d’autunno. Charles Baudelaire.
Florence romanzo storico e romanzo d'amore, romanzo sulla guerra e romanzo sull'amicizia, sul Greve e Firenze, Parigi e il Belgio. Romanzo che, a tratti, diventa un noir. Una cronaca nera, nerissima di  esistenze picchiate e stuprate, un romanzo che contiene diversi spunti e se nella prima parte si sofferma a lungo su una ambizione del protagonista, Ludovico, cronista della Nazione, poi comincia a seguire quella guerra e quel momento in cui all'Italia si chiese se intervenire oppure restare neutrale. Quei tre mesi che ci scaraventarono in perdite di giovanissimi, compreso mio zio, il fratello del nonno, fidanzato di mia nonna, che morì sul fronte appena arrivò e che, con la sua morte, in effetti, creò la possibilità che nascessi io. Infatti mio nonno, suo fratello, sposò la fidanzata di lui che non tornò. Sempre legata sono stata io a questa guerra. 
Una guerra terribile " Uomini contro" di Rosi
Ludovico intanto conosce in quella guerra un ufficiale Freeman
 Ogni passo che avrebbe fatto, ogni metro di suolo francese che avrebbe percorso l’avrebbe resa vera. Non più un’idea, non più un mito, non più un racconto. La guerra. Ludovico si impose di ignorare i propri timori. Respirò l’aria umida. Sono qui per questo, si disse. A suo modo, era anche lui un combattente. Aveva la sua guerra. Ed era lì per portare a casa la vittoria.”
“Ludovico batté le palpebre, sconcertato. Cosa stava dicendo? Era ubriaco? Una meraviglia sgradevole e improvvisa gli fece alzare la voce. «Ciascuno di noi ha un dovere da compiere in questa guerra: il mio è quello di raccontare cosa accade, così come il suo è quello di combattere. La realtà deve arrivare a chi è lontano da qui, a chi non può vedere il sangue versato e non può udire il rombo dei cannoni.» Freeman rise sommessamente. Un suono malinconico, che gli rammentò la risacca su una spiaggia di ciottoli. «Oh, amico mio, per essere un adulto, è ancora così ingenuo. Pensa che la verità arriverà intatta sul suo giornale? Che non ci sarà qualcuno che la manipolerà? Non capisce che è tutto inutile? Che la gente vede solo ciò che vuol vedere?”
«Lei è una persona di grande coraggio e lo ha dimostrato in questi giorni. Ma la sua rabbia rischia di farle compiere degli errori, o di farle perdere di vista le cose importanti, come gli affetti. La collera ci impedisce di vedere ciò che conta nella nostra vita e alla fine non lascia che cenere. Tutti hanno bisogno di qualcuno che li accolga, che sia una persona o un luogo. Dà uno scopo alla nostra esistenza.»
Leggo e sottolineo i tanti momenti di un grande affresco sui giornali del tempo a Firenze, La Nazione, Lacerba, La Voce, e questi sono i momenti più piacevoli per me, vedere quei giornali vivi, quel desiderio di raccontare "commentò gelido Ghelli. «Cosa vuoi?» Ludovico studiò il cilindro scuro. Il tabacco aveva un profumo ricco, il rivestimento era ruvido, secco. «Voglio andare in Francia. Come inviato del giornale», affermò in maniera quasi distratta. Spostò lo sguardo dal pavimento al viso dell’altro che lo squadrava sbalordito.”
Sento nell'autrice l'amore per la letteratura francese che appare anche nella struttura dei personaggi, a me ricordarono tanti momenti dei libri amati, da Maupassant a Flaubert. E da Florence riporto in alto i versi di Rimbaud e di Baudelaire.  Sono due poeti che incarnano per noi il verso, i versi amati e lei, Stefania Auci li mette a suggello della storia d'amore che conclude il suo raccontare. Un racconto che dimostra quanto sia grande in lei il piacere di una scrittura sia sui fatti storici che su quelli individuali  e sulle contraddizioni che  possano cambiare gli uomini al cospetto di fatti sanguinosi oppure di amore. Un racconto amato, vero Stefania? Rimane nel leggere la sensazione che fra una storia, che sono due o tre storie, ci sia il far più racconti diversi,  unire i generi, come nei romanzi dei tempi andati, rimane il gusto di voler dare a chi leggerà immagini di positività, di saper aspettare, di studiare ed amare la scuola, che, io credo, sia la vera protagonista in Florence, con l'università, il professore, gli alunni e lo studio, vero filo conduttore del libro dall'inizio alla fine.   

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