venerdì 15 aprile 2016

Angelo Calvisi Adieu Mon Coeur

Mi arriverà e vi arriverà leggendo il ritmo dei piatti battuti. Un suono che ballare vi farà, segnando  il ritmo, battendo una mano sulla coscia e vai. 
Letto veloce e in riva al mare, scaldata dal sole, apprezzo questa scrittura che, fresca e sincera, vien giù dalla penna, dai tasti, dai piatti di Angelo Calvisi. Non sapevo mentre leggevo che l'autore fosse anche un musicista, un batterista, però chi ha la musica in testa scrive seguendo le note. 
Questo anno mi sono arrivati altri musicisti che scrivono molto bene, fra questi Massimiliano Nuzzolo, con La Felicità è facile, racconti ritmati, Fabio Ivan Pigola ed ora Angelo Calvisi con Adieu Mon Coeur, per segnare un anno che mi sembra scritto in musica.
Non vi citerò gli altri, ma questi scrittori io li terrò nel regno della Litweb fra i bravi e dotati di talento. Ne sentiremo parlare, ne sono sicura, sempre così mi è successo con gli autori che ho accettato nel regno della letteratura web. Sarà questo il significato di Litweb?
"Ho sognato che provavo a scavalcare la cancellata della scuola e ci rimanevo infilzato, praticamente il braccio diventava uno spiedino, poi passavo di nuovo davanti alla cancellata e sulle punte era rimasto un filamento che sembrava cera di candela e invece era la mia pelle e tutto attorno ci volavano le mosche." inizia così e continua narrando la storia del bimbo, dell'uomo, del ragazzo, nel libro diviso in tanti capitoli, ognuno con il suo titolo, con il pezzo di vita del personaggio. Ve lo presento 
"l’ingresso nell'oratorio con Fabio che mi tiene per un braccio mi
fa sentire al centro dell’interesse generale, come se fossi anch'io un famosissimo del quartiere, o forse il   più rompipalle fra tutti i babanetti." Deliziata da questi "babanetti" sento che la vera goduria del testo sono i termini, giocosi, gioiosi  e sorridenti di una lingua usata per trastullarsi un po'.
Avevo già assaporato la lingua e la costruzione di Fabio Ivan Pigola, nella Forma fragile del silenzio, altro bel libro di questi ultimi giorni, si può dire che in tre, con Fabio alla chitarra e Angelo alla batteria, e Massimiliano Nuzzolo, avrei fatto la band del primo trimestre del 2016. 
Certo ritrovo echi di scrittori che ho amato in loro, ma sento il suono di un proprio gioco.
I ragazzi dell'oratorio, del rock, delle famiglie che si rompono, delle nonne che arrivano a cucire un affetto "Mia nonna sorride con uno dei suoi sorrisi che mi fanno andare il respiro in fondo alle scarpe. Lo fa apposta per farmi deprimere oppure non capisce davvero quello che le sto dicendo?" e l'adolescente che si domanda, che cerca un motivo, quella musica che lo fa andare. 
Ogni capitolo racconta un decennio dal 1983, 1993, 2003, e "Ho cominciato a capire che la musica mi piaceva sul serio attorno ai sedici anni. Red Ronnie era già Red Ronnie, faceva una trasmissione che si chiamava Be Bop a Lula e andava in onda la sera, una volta alla settimana, su Italia 1. A Be Bop a Lula Red Ronnie intervistava gli ospiti e li faceva parlare di argomenti che con la musica non c’entravano una mazza." e 2013 Armonia a Berlino e mi ipnotizzo sulle quattro dita di Junger "Il ragazzo della reception parla un italiano da Accademia della Crusca e ha una faccia da contadino, una bella faccia bonaria e lattiginosa. Sul cartellino di riconoscimento c’è scritto che si chiama Jurgen. La sua mano sinistra ha quattro dita. Gliela osservo mentre digita sulla tastiera, conto e riconto le dita, sono quattro, come le mani dei Simpson, e non ci sono segni di mutilazione, solo quattro dita ordinate e ben distribuite. Passo a Jurgen la carta di credito e non riesco a staccare gli occhi dalla sua mano, ne sono ipnotizzato.
Forse dipende dal fatto che nei corpi guasti ci vedo qualcosa che mi somiglia."
Dovrete gustarvi queste immagini, come ho fatto io, visualizzando il protagonista ruotare "Sono una moneta che ruota sul suo asse, rallento e mi fermo soltanto quando ho esaurito la spinta, e la spinta si esaurisce davanti al portone di mia madre."
Sul molo di una Corcordia che vien smantellata il libro va a chiudere un cerchio con Armonia. 
Adieu mon coeur, forse un po' sgangherato, termine usato in modo affettuoso, Adieu mon coeur, canzone che cantiamo un po' tutti credendoci veri. Suoneremo questa canzone per ogni dove, dove vorranno racconti autentici anche se non perfetti. Vivi. 
  

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