sabato 6 giugno 2015

Daniele D'Antonio- La pecora verde

Daniele D’Antonio- La pecora verde

La fantasia è una fotografia
La realtà fatta di pomodorini, pere e pecore, associazioni libere per volare via dal noia.
Simboli e significati restano uguali, nella religione, in politica, sulle poesie, quel che cambia è la rappresentazione. Sorprendente. Assolutamente geniale, per sorridere insieme.

La Sacra Famiglia in iconografia classica: San Giuseppe e Maria, in un delizioso presepe ortofrutticolo, sono genuflessi su un bambinello, due pere su  un pomodorino illuminato da un raggio di sole. Una luce bianca. Zucchero o sale raffinato?
La letteratura diviene quadro pop art e leggiamo  questa poesia in versi così:
 

 Tomatosophy.

"A questa immagine, come a tutte le altre di quel lavoro, è associato un testo, che in questo caso è la poesia di Quasimodo "Alle fronde dei salici"

 E anche in questa immagine, i miei pomodorini rappresentano un popolo inerme, testimone di ciò che accade, ma sempre spettatore mai protagonista della scena."
Il pomodoro per illustrare il Quarto Stato di Pellizza Da Volpedo.
 

Nella sua ricerca continua Daniele denuncia l'omologazione di modelli sempre uguali propinati da un televisivo e da un mondo dell'arte decisamente in mano a pochi, in una continua emarginazione di chi offre ariosità e diversità. Tutto in poltiglia, schiacciato e fatto in salsa, neppure saporita, sembra ai suoi, ed anche ai miei occhi, il mondo artistico e letterario, tutto un mercato. Nel caso del letterario vengono venduti, dopo aver commissionato, libri poltiglia, in arte sembra uguale e unica forma permessa sembra sia quella che nasce in strada. Per strada e On The Road dunque, di nuovo come Gli Impressionisti, come i nuovi fermenti nacquero sempre e solo nella strada. 

Consapevoli che solo una bella curiosità sia il motore di ogni azione umana, lui non ci sta a far parte del gregge e invita tutti ad aver sguardo che sia ancora di proprietà degli occhi che mettono a fuoco. Fuori Schema. Fuori sistema.


Riflettiamo, questo il suo invito continuo. Non intruppiamoci in masse convinte davanti un qualsiasi avvenimento sponsorizzato da Alta Cultura, mai come ora la parola cultura viene usata a sproposito, non intruppiamoci e voltiamoci indietro,  di lato, guardiamo in alto e non sempre per terra. Ci sorprenderemo di quanta sia vasta la fantasia prima di essere noi passati al setaccio. Se poi la salsa dovremmo fare, almeno che sia una nostra salsa, e che ci dia ancora una volta il gusto di assaporare.

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