domenica 26 ottobre 2014

Gerlanda di Francia e Hirotsugu Aisu- Nostos da Be Cause




Il ritorno di noi bambini
Gli occhi dei bambini
Gli occhi spalancati, stupiti, incuriositi dell’infanzia su favole e fiabe che viviamo tutti i nostri giorni.
L’esorcismo della fiaba per disinnescare ed esercitar nostre  azioni su realtà fatte di torte avvelenate e di Hansel e Grethel nella casetta di marzapane.
Fiabe raccontate per dirci che  più terribile sarà realtà con streghe vestite di buone parole e con orchi cattivi da occhi dolci e pieni di bontà.
Al ritorno della campagna… cantava Lucio  Battisti
seconda cosa voglio parlare
di tutte le cose che ho da dire
e qualcuno deve ascoltare


Intanto sul muro in fondo
Le ombre di Platone sul muro di Be Cause.
Dall'installazione duplice di un classicismo incorniciato e plasticamente emergente dalla parete con la commistione della fibra fluorescente del filmico video che inonda il biancore del calco umano, del corpo. Una duplice storia concettuale sul bianco e sul rosso, sui tanti colori mandati dal fascio di luce a calare dalla testa sul corpo che immobile sta. Si muove su questo lo sfruculiare di un bastoncino, di un elemento che da fuori freddamente lo sfida. Lo inonda di sangue, lo sporca, lo incatena in armatura medioevale, lo veste di puzzle, lo brucia e lo lascia. Riprende infinito sul muro l'eterno contrasto fra un classico e moderno, fra stasi e movimento, fra osservazione e commistione, fra forza e debolezza, fra fiaba e mostruosità da derubricare nell'eterno sforzo del debole di potersi difendere
Dalle tele gli occhi sparluccicanti, irridenti, grandi occhi protagonisti di favole nere che Gerlanda dipinge a chieder perchè di tanta piccineria, di tanta ignavia, di tanto consenso e silenzio assenso sul male che vien fatto ad un altro, di tanta malvagità gratuita, una banalità del male disse la Arendt, di tanta allegoria e allegria sul teatro favolistico dell'esercizio di vivere.
Con arte e fiaba 

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