mercoledì 31 luglio 2013

Rocco Carbone - Per il tuo bene



Rocco Carbone- Per il tuo bene



L’unico libro che ho letto di Rocco Carbone è Il Padre Americano, pubblicato postumo nel 2011.

Il solo libro che ancora viene stampato, mi dice il libraio, nel prenotarlo.

E gli altri?- domando.  –Non sono in ristampa- mi viene risposto

Ed ora? Come leggerò Agosto e Per il tuo bene?

Non ho mai saputo di lui, fino a quando un articolo della Gazzetta del Sud non riporta una intervista a Romana Petri, (ma non sono sicura) scrittrice sua amica e finalista al premio Strega.

Ora so ancora pochissimo e moltissimo

Scrittore nato a Cosoleto in provincia di Reggio Calabria, del segno dei pesci? nato a febbraio del 1962 e laureato alla Sapienza di Roma con tesi sui Malavoglia.

Scrittore che io ora stringo nelle mani, leggo convulsamente in questo ventilato pomeriggio di fine luglio, e amo infinitamente conoscendolo.

In ogni foglio mi dico:- Ecco- e ci sono le pagine che mi illacrimo e ci son le pagine che inghiotto a vuoto e ci son le pagine che accarezzo.

Come una cretina.

Lo sento che lui è Ernesto, che si nasconde nel personaggio dell’amico.

Sento sempre quando i personaggi sono vivi, sono noi, sono nostri pensieri, nostre sofferenze, irruenze.

Febbrilmente me lo bevo questo romanzo, ne resto scossa, mia sorella mi vede turbata e ci rinuncia, rinuncia a riportarmi ad un usuale.

Vero è quello che poi leggo di lui  e cioè che lui era esageratamente entusiasta nei rapporti con quelli che erano esagerati uguali, ci dice Chiara Gamberale, nel suo blog Sentimentalisti anonimi.

Ma io questo blog suo lo leggo solo ora, dopo che ho parlato di lui, per molto tempo,  con la poetessa, mia amica, che non lo conosce.

Il padre americano è un bellissimo romanzo, postumo, mi ripeto.

Lui morì nel luglio del 2008 e il suo romanzo è nato nel 2011.

Postumo come i grandi. Tutti i grandi sono postumi da Pessoa a Carbone.

Una scrittura lineare, lucida, visiva, immaginativa e discorsiva.

Ci parla, ci scrive, ci fotografa, ci, surrealmente, prende per mano,

nel suo narrare a pezzi, nel suo interrompere e ripartire.

Certo questo raccontare non mi è nuovo, certo riprendere da dove si era lasciato, dal padre a Reggio Calabria, dal nonno in America, da lui che vince il posto di Italianista e…

È una tecnica di altri scrittori, tiene desto e sveglio lo sguardo.

L’altra tecnica si chiama sincerità, verità.

Romanzo verità sui nostri giorni, una vita, tante vite, incroci, bivi, ed Ernesto che scrive.

Scrive agitato e fremente, non sta mai fermo, si agita, si taglia, si esalta, si infastidisce.

Ha successo.

Ha successo perché due critici letterari si scontrano- uno parlandone bene, uno denigrandolo- per il loro narcisismo, la vogliono vinta. Creano il caso.

Ernesto è già bravo, anche senza di loro, però con la schermaglia diventa visibile, un personaggio.

Vedo sorridere sornione Rocco.

Io che vorrei leggerlo tutto, ora che ho capito che lo amo, poeticamente, letterariamente, non posso non abbassare la testa e pigiare i tasti convulsi per dirlo a tutti

-Leggete Rocco Carbone-

Vi innamorerete della sua arte



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