giovedì 15 novembre 2012

A Gianrico Carofiglio



A  Gianrico Carofiglio- Il matto o la matta seduti sempre in quel posto lì

Ho subito guardato il mio posto  per essere certa di essermi seduta nel posto giusto,
nel posto di chi legge diversamente
Nel posto di chi mangia con i personaggi  e  se li porta a spasso nel viaggio della sua vita
nella dimora abitata dalle sue tante letture.
A Gianrico Carofiglio che ha detto:- Questa sera il posto è vuoto-
posizionandolo a sinistra
Beh, in libreria come nella vita, il lato sinistro è quello più impedito,
Il lato sinistro, ma verso il centro, un lato ancora più scomodo, nemmeno un lato.
Ma non abbiamo parlato di lati, stasera, ma di attenzione, di ironia, di uomo scisso e di confine
Un confine, quello fra il bene e il male,  leggermente illuminato prima dal tramonto dell’onestà del sole
E poi fiocamente  dai lattescenti colori della disonestà della luna.
Un confine non confine, una ammunsillata.
A Gianrico  Carofiglio  che ci ha scritto –La manomissione delle parole-
Il primo libro al mondo  amato e cercato in libreria prima ancora di essere scritto
Ecco cosa vorrei dire questa sera …dal suo libro

Dal profondo della notte che mi avvolge
Nella feroce morsa del caso
Oltre questo luogo di collera e lacrime
Non importa quanto sia stretta la porta,
quanto pieno di castighi il destino.
Io sono il padrone della mia sorte.
Io sono il capitano della mia anima
Henley lo scrisse, 
Gianrico Carofiglio lo riporta nel suo libro
E io lo leggo come se fosse solo per me
E  lo ripeto come un mantra sul mio blog
Ringraziando la scrittura memoria del mondo
E i suoi ammanuensi
Che riportano con gioia e con amore
Scegliendo e sottraendo
Il meglio e il tanto di un sapere non indifferente

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