venerdì 22 giugno 2012

Maschere vere e maschere finte


Carnevale di Venezia  anni ottanta
Ero io?
Sicuramente.
Unica e sola volta truccata e partecipante con gruppo di francesi al carnevale più bello che ci sia... non ne conosco altri, sono sempre per esperienze uniche.
Un fotografo americano ci fotografò, ci disse che... in inglese, ce lo disse, e poi noi lo ospitammo a dormire  nel nostro ostello...
Le maschere per  davvero.
Leggo stamani leggo tanti leggo e rileggo e porto insieme portiamo insieme pezzi di uno pezzi dell'altro e meravigliata- poco- leggo che in un altro blog- Il primo amore- è il titolo-Antonio Moresco-  Camminatori e sognatori- cammina e cammina per tutta l'Italia e mentre cammina e mentre scrive -ma guarda?-scrive degli stessi pensieri che ho - scrive di Moccia- così come me- scrive del salone del libro di Torino- così come penso anche io.
Leggo- Notte di cielo stellato- Omaggio  a Vincent Van Gogh- di Bruno Corino e sono in Olanda e sono lontana con lui, col pittore, deluso e incompreso, con i suoi fantasmi, con le sue immagini che sembrano ora le nostre immagini, i nostri pensieri
Ora lo sembrano, allora nessuno  
Che bello pensare che gli stessi pensieri li abbiamo in tanti
Che bello pensare che esistano Luca  Bersani, Stefania Tolari e Bruno Corino
Che bello pensare che esistano ancora persone gentili educate e vere
che amano scrivere leggere e raccontare
il sogno, lo scarto, la differenza 
fra noi e l'altro
fra tutti noi
la differenza che ci rende uguali donandoci insieme l'unicità

1 commento:

Anonimo ha detto...

io non amo mascherarmi e neppure, in tutta sincerità,amo l'Amore che in tanti provano nel farlo. Ma io son io.
Non predico che non camuffarsi sia meglio o peggio, di che soprattutto? Solo ne avverto l'impunita pericolosità nel giorno e nella festa dei folli.Dove tutti possono con biacca e pitture diventare Re Sole o una concubina incipriata. Penso solo a quanti di noi vorrebbero essere nella realtà di tutti i giorni. Vorrebbero vedersi tronisti o veline, ricorrendo al rifiuto dell'io in favore di tette e culi finti; tutti uguali come mascherate tristi da grandi magazzini. Il carnevale sarebbe da sostituire col giorno del ""MI PIACCIO COSI'""Incontrando per strada stragnocche in pedalini,pigiama e lettura sottobraccio.I dongiovanni rapiti nell'estasi di un divanetto belle-epoque in vestaglietta rosa e lungo bocchino stretto tra i denti.Si potrebbero in quella giornata rivedere gli operai, in tuta blu sporca di grasso che stringendo la bici con una mano chiacchierano di politica con gli amici, senza vergogna del loro lavoro; mentre una prostituta, vestita a festa, spera nessuno la riconosca perchè si vergogna del suo mestiere e sogna di fare l'operaia. Ma forse è meglio il semplice Carnevale..........no?
Luca, uno dei tanti